
Madrid
9 -11 Gennaio 2026
Un viaggio nel surreale
Ci sono città che sono portali. Madrid è una di queste.
Un percorso disegnato per chi cerca l'invisibile nel visibile, per chi intuisce che l'arte non è decorazione, ma una forma di conoscenza esoterica. Per tre giorni, cammineremo su una Madrid diversa, una mappa di energie sottili dove ogni museo è un tempio e ogni opera una porta verso paesaggi interiori.
Il nostro scopo non è osservare, ma *percepire*.
Ascolteremo il sussurro degli archetipi nelle pennellate di Goya, decifreremo le mappe oniriche di Dalí e danzeremo con le geometrie cosmiche di Miró. Sarà un'immersione nell'estetica come via spirituale, alla ricerca di quell'estasi che solo la bellezza può rivelare.

01 - VENERDÌ
IL CREPUSCOLO DELLA FORMA
L'Approdo: dall'aeroporto, ci muoviamo verso il cuore pulsante della città, l'UMusic Hotel, il nostro "campo base" per l'esplorazione.
Il Nutrimento: Il primo contatto è con la materia. Un pranzo di tapas è un rituale per radicarci, assaporando i sapori tellurici di una terra antica.
La Discesa: Varchiamo le porte del Prado per una discesa nel profondo. La nostra meta non sono i fasti regali, ma il buio primordiale delle "Pitture Nere" di Goya. Le guarderemo come visioni sciamaniche: il crollo della ragione, l'emergere del caos interiore. Goya qui non dipinge, ma apre un varco, mostrando ciò che si agita sotto la superficie della realtà.

02 - Sabato
L'ESTASI DELLA TRASFORMAZIONE
L'Alchimia della Visione: Al Museo Thyssen-Bornemisza apprendiamo gli strumenti degli alchimisti moderni. Il Cubismo che frantuma la materia per rivelarne l'essenza; l'Espressionismo che proietta l'anima sulla tela. Impariamo un nuovo alfabeto per leggere il mondo.
l Climax Onirico: Il Reina Sofía è il nostro santuario. Qui, l'esplorazione diventa estasi. Ci immergiamo totalmente nelle sale dedicate al Surrealismo.
Le opere di Salvador Dalí, di Joan Miró e di Luis Buñuel e altri visionari: mappe dettagliate dell'inconscio. In questo contesto, il Guernica di Picasso ci apparirà non solo come un dramma storico, ma come un potente archetipo del dolore collettivo.
.jpg)


03 - DOMENICA
IL SILENZIO RISONANTE
Il Tempio di Luce: la nostra ultima tappa è una meditazione in movimento.
Nel Parco del Retiro il Palazzo di Cristallo ci attende. Non una serra, ma un tempio di luce e vuoto. Uno spazio dove far decantare le visioni dei giorni precedenti, dove l'estetica della natura si fonde con quella dell'arte, creando un silenzio pieno di risonanze.
L'Integrazione: un ultimo pranzo, un ultimo sguardo alla città, prima di ripartire. Il viaggio esteriore si conclude, ma quello interiore continua, arricchito di nuovi simboli e visioni.

Agenda
Venerdì 9 Gennaio 2026: il Crepuscolo della Forma
-
09:00 - 11:30: Volo da Milano e arrivo a Madrid.
-
12:00 - 13:30: Trasferimento e check-in presso UMusic Hotel.
-
13:30 - 15:00: Spuntino al Café Murillo accanto al Prado.
-
15:30 - 18:00: Museo del Prado. Focus: la discesa interiore nelle "Pitture Nere" di Goya.
-
20:30: Cena alla Casa Alberto, un'istituzione dal 1827. Questa taverna storica, dove si dice visse Cervantes, è l'essenza della convivialità madrilena.



Sabato 10 Gennaio 2026: L'Estasi della Trasformazione

-
10:00 - 12:30: Museo Thyssen-Bornemisza.
-
13:00 - 14:30: Pranzo al Mercado de San Miguel, un tempio del gusto dove ognuno può comporre il proprio pranzo assaggiando da vari banchi: dalle olive alle croquetas, dal vermouth alla paella.
-
15:00 - 18:30: Museo Reina Sofía.
-
Cena alla Bodega de los Secretos: un'esperienza unica nelle cantine a volta del XVII secolo, in piccole alcove private. La cucina è mediterranea e l'atmosfera è intima e misteriosa, quasi surreale.

Domenica 11 Gennaio 2026: Il Silenzio Risonante
-
10:00 - 12:00: Passeggiata contaplativa nel Parco del Retiro e visita al Palazzo di Cristallo.
-
12:30 - 14:00: Pranzo di congedo alla Castela, una taverna storica vicino al lato nord del Retiro famosa per le sue tapas di pesce e i suoi piatti tradizionali. Pranzare in piedi al bancone è un'esperienza vibrante e madrilena al 100%.
-
14:30 - 15:00: Ritiro bagagli e partenza dall'hotel.
-
17:00 (circa): Volo di ritorno per Milano.


Condizioni di Viaggio e Quota di Partecipazione
La quota di partecipazione per il viaggio "Madrid: Soglie Surreali" è fissata a 450 CHF a persona in camera doppia.
La Quota Comprende:
-
Pernottamento: 2 notti in camere condivise presso l'UMusic Hotel Madrid (o struttura di pari livello).
-
Biglietto di accesso per il circuito dei tre musei principali: Museo del Prado, Museo Thyssen-Bornemisza e Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía.
La Quota NON Comprende:
-
Voli: I voli di andata e ritorno da e per Madrid sono esclusi e a carico di ogni singolo partecipante.
-
Pasti: Tutti i pranzi, le cene, le colazioni e le consumazioni sono esclusi.
-
Trasferimenti: I trasferimenti da e per l'aeroporto di Madrid non sono inclusi. T
-
utti gli spostamenti in città sono previsti a piedi.
-
Extra: Spese personali, mance, assicurazione di viaggio e tutto quanto non espressamente indicato nella sezione "La Quota Comprende"
Le Opere su cui ci focalizzeremo...
Museo del Prado – Dalla Visione Sacra all'Abisso della Psiche
Il nostro percorso al Prado è un'indagine sulle origini della visione moderna. Cerchiamo gli artisti che hanno osato dipingere non solo il mondo, ma anche l'anima, l'illusione e l'incubo.
-
Beato Angelico, L'Annunciazione (1425-1428): Iniziamo dalla luce divina, dalla prospettiva perfetta e dalla serenità del primo Rinascimento. È il nostro punto zero: la rappresentazione chiara, ordinata e sacra della realtà, che servirà da metro di paragone per tutta la successiva frammentazione.
-
Hieronymus Bosch, Il Giardino delle Delizie (1490-1500): Il primo, grande strappo. Un'enciclopedia dell'inconscio dove la logica è sospesa. È il nostro riferimento per il linguaggio onirico, un'opera che i Surrealisti eleggeranno a loro manifesto spirituale.
-
El Greco, La Trinità (1577-1579): La forma si piega alla fede. El Greco allunga e contorce i corpi per esprimere un'ascesa spirituale, usando un colore antinaturalistico. È il primo passo verso l'espressionismo mistico.
-
El Greco, L'Adorazione dei pastori (1612-1614): Una delle sue ultime opere, quasi spettrale. La luce non illumina, ma emana dai corpi stessi. Le forme si dissolvono in pura emozione spirituale.
-
Diego Velázquez, Las Meninas (1656): Un capolavoro filosofico sulla natura della realtà e della rappresentazione. Chi guarda chi? Dove si trova il pittore? Velázquez crea un labirinto di sguardi che mette in discussione il nostro ruolo di osservatori. È una meditazione sull'illusione che anticipa le domande dell'arte moderna.
-
Francisco Goya, La famiglia di Carlo IV (1800): Apparentemente un ritratto di corte, in realtà una spietata analisi psicologica. Goya usa la luce per rivelare la vacuità e la corruzione dei reali. È l'inizio della sua pittura come indagine critica.
-
Francisco Goya, Il 3 maggio 1808 (1814): L'umanità si scontra con la brutalità della storia. La figura centrale, con le braccia alzate, è un Cristo laico, un archetipo della vittima innocente. L'arte diventa testimonianza e grido di dolore.
-
Francisco Goya, Serie di incisioni I Capricci (1799): Qui Goya scatena il suo mondo interiore. Il sonno della ragione genera mostri è il motto del nostro viaggio: quando la logica dorme, l'inconscio si rivela.
-
Francisco Goya, Saturno che divora i suoi figli (dalle "Pitture Nere"): L'espressione più pura dell'orrore primordiale. L'atto irrazionale, la violenza cieca. È l'abisso della psiche umana.
-
Francisco Goya, Il cane (dalle "Pitture Nere"): Dopo l'urlo, il silenzio esistenziale. Un'opera minimalista e potentissima che parla di solitudine e della lotta per la sopravvivenza. Un ponte verso l'astrazione e il '900.
Museo Thyssen-Bornemisza – Il Laboratorio delle Avanguardie
Qui assistiamo alla decostruzione e reinvenzione del linguaggio pittorico. Ogni sala è un esperimento, un nuovo strumento per descrivere una realtà interiore e esteriore ormai irriconoscibile.
-
Vincent van Gogh, I "Vessenots" a Auvers (1890): La pennellata diventa un sismografo dell'anima. Il paesaggio non è descritto, ma vissuto e sofferto. La natura vibra con l'emozione dell'artista.
-
André Derain, Ponte di Waterloo (1906): Il colore si libera. I Fauves ("le bestie") usano colori puri, violenti, non per descrivere la realtà ma per comunicare l'energia e la gioia di vivere.
-
Pablo Picasso, Uomo con clarinetto (1911-1912): Esempio perfetto del Cubismo Analitico. La forma viene frantumata in mille sfaccettature per mostrare l'oggetto da più punti di vista contemporaneamente. La realtà non è più unica, ma multipla.
-
Wassily Kandinsky, Quadro con tre macchie (1914): L'abbandono totale della forma per raggiungere l'astrazione lirica. È la pittura dell'anima, dove il colore è suono e la forma è ritmo.
-
Franz Marc, Il sogno (1912): L'Espressionismo spirituale. Il colore diventa simbolo (blu=spiritualità, giallo=femminilità). Una visione panteistica di armonia universale.
-
George Grosz, Metropolis (1916-17): Il lato oscuro dell'Espressionismo. La città moderna vista come un inferno caotico e alienante. L'angoscia e la critica sociale prendono forma.
-
Max Ernst, Senza titolo (1943): Il Surrealismo automatico. Ernst lascia che il caso (tramite tecniche come il frottage) riveli mondi nascosti, paesaggi geologici della mente.
-
René Magritte, La chiave dei campi (1936): Il Surrealismo concettuale. Magritte gioca con la logica e la percezione, mostrandoci che la realtà dipinta e la realtà "vera" sono due mondi distinti e paradossali.
-
Salvador Dalí, Sogno causato dal volo di un'ape intorno a una melagrana un attimo prima del risveglio (1944): Un esempio perfetto della sua tecnica di "fotografia del sogno". Precisa, nitida, ma totalmente illogica e carica di simbolismo freudiano.
-
Edward Hopper, Stanza d'albergo (1931): Un'altra forma di modernità. La solitudine psicologica, il silenzio, l'incomunicabilità nella vita moderna. Un realismo che è più interiore che esteriore.
-
E molti molti altri...
Museo Reina Sofía – Immersione nel Cosmo Surreale
Il culmine del viaggio, dove il linguaggio appreso al Thyssen viene usato dai maestri spagnoli per creare universi completi, mappe dettagliate dell'anima e del sogno.
-
Juan Gris, La bottiglia di anice (1914): Il Cubismo Sintetico. Gris ricompone la realtà frammentata in forme più pure e leggibili. Un approccio più razionale e lirico alla decostruzione cubista.
-
Maruja Mallo, La verbena (1927): Un'esplosione di realismo magico. Mallo, una delle grandi donne della Generazione del '27, dipinge una festa popolare come un rituale grottesco e vitale, pieno di simboli pagani e moderni.
-
Luis Buñuel e Salvador Dalí, proiezione di Un Chien Andalou (1929): Il Surrealismo si fa cinema. Un cortometraggio che è un flusso di coscienza per immagini, senza trama logica, concepito per scioccare e liberare l'inconscio dello spettatore.
-
Salvador Dalí, Il grande masturbatore (1929): L'autoritratto delle ossessioni di Dalí. Un'opera-chiave per decifrare il suo universo simbolico: sesso, morte, putrefazione e il paesaggio della sua infanzia.
-
Salvador Dalí, L'enigma di Hitler (1939): Dalí usa il suo metodo paranoico-critico per interpretare la storia. Un paesaggio desolato e onirico dove i simboli della guerra (il telefono, l'ombrello, i pipistrelli) creano un'atmosfera di presagio e angoscia.
-
Óscar Domínguez, Macchina da cucire elettro-sessuale (1934): Il Surrealismo più istintivo e violento. Domínguez esplora il desiderio e la pulsione attraverso oggetti ibridi e inquietanti.
-
Joan Miró, Uomo con pipa (1925): La purezza del segno. Miró crea un universo poetico dove le forme sono ridotte a simboli archetipici che fluttuano in uno spazio mentale.
-
Joan Miró, Costellazioni (serie, 1940-41): Un cosmo in miniatura. Miró dipinge queste piccole opere mentre fugge dalla guerra, creando un universo interiore di evasione e speranza, popolato di stelle, lune e creature fantastiche.
-
Alexander Calder, Fontana di mercurio (1937): La scultura si fa movimento. Creata per lo stesso padiglione di Guernica, quest'opera è una metafora poetica e pericolosa (il mercurio è tossico) dell'industria mineraria spagnola. Si lega al cosmo giocoso di Miró.
-
Dora Maar, fotografie della creazione di Guernica: Vediamo il processo creativo, la genesi di un capolavoro. Le foto documentano la lotta di Picasso con la tela.
-
Pablo Picasso, studi preparatori per Guernica: Comprendiamo come Picasso sia arrivato alla composizione finale, studiando ogni singolo elemento, dal toro al cavallo alla donna che urla.
-
Pablo Picasso, Guernica (1937): L'opera finale. Dopo il viaggio nell'individuale, ci confrontiamo con l'archetipo del dolore collettivo. Non è più solo un quadro, ma un'icona universale, la sintesi monumentale di tutta la sofferenza e la frammentazione che abbiamo esplorato durante il nostro percorso.